Ciao! Il mio ultimo racconto si intitola " MIELE-LA SCOMPARSA DELLA REGINA " ed è la seconda puntata che narra le avventure delle nostre amiche api. La prima storia la trovate nella sezione " I racconti di Mara". Ho deciso di dedicare diversi racconti a Miele in modo da far conoscere meglio le api ai bambini ed adulti, aiutandoci a sensibilizzarci in modo che questi straordinari insetti indispensabili, vengano tutelati maggiormente e rispettati da tutti noi!
BUONA LETTURA!
Era trascorso diverso tempo da quando Miele, La Regina Blu e le api della casetta gialla, erano arrivate nel bosco di acacie dell’apicoltore. Inizialmente avevano incontrato numerose difficoltà, ma l’annata successiva era stata particolarmente favorevole e la produzione di miele era andata davvero bene.
La Regina Blu tuttavia, iniziava ad essere anziana e questo rendeva Miele un po’ preoccupata, perché aveva paura che presto, le operaie l’avrebbero sostituita crescendo una regina nuova.
Dovete sapere infatti che l’ape regina secerne una particolare sostanza attraverso la quale le altre api riescono a capirne lo stato di salute e se sia ancora in grado di produrre uova.
Se così non fosse, le operaie dovrebbero scegliere una nuova regina all’interno della covata ed allevarla a questo scopo.
Dora e Galante, le amiche di Miele, nonché anche loro ancelle della Regina, pensavano che la loro amica stesse esagerando; la loro sovrana stava benissimo e sicuramente avrebbe avuto davanti a lei ancora molto tempo. Le api Regine vivono più a lungo delle operaie, perché vengono nutrite con pappa reale e non solamente con il polline come le altre; questo consente loro di vivere dai 2 ai 4 anni.
Blu regnava da due anni e questo rendeva le ancelle sicure del fatto loro.
Purtroppo però, come in tutti i Regni, c’è sempre qualcuno che vuole ribellarsi e cambiare le regole che secondo lui non vanno bene.
All’interno della sua cella l’ape Schiuma stava meditando qualcosa di brutto insieme ad altre operaie che, come lei, erano stufe degli atteggiamenti svenevoli di Blu e delle sue ancelle; volevano allevare una regina più forte e spavalda che avrebbero scelto loro stesse in modo da poter successivamente restare al suo servizio.
“La finiremo di andare in giro ad impollinare e ce ne staremo finalmente nell’arnia ad accudire la regina e a ridere come fanno quelle tre smorfiose di Miele e le sue amiche! “ bisbigliavano soddisfatte.
Nessuno era a conoscenza che stessero tramando alle spalle della Regina Blu; all’interno della colonia tutto andava come al solito, ma ben presto quell’armonia sarebbe stata un ricordo.
Una mattina di fine estate, l’apicoltore decise di fare il trattamento alle sue api in modo che potessero tenere lontane la Varroa, un temibile nemico parassita dalla forma di un piccolo granchio marrone, che può attaccarsi al retro di un’ape e farla morire poco alla volta.
Cercò quindi accuratamente la Regina Blu e la mise in una gabbietta confinata in modo che non potesse più covare le uova.
Miele e le altre ancelle erano abituate ormai a vedere Blu andare in vacanza per diversi giorni, senza di lei si annoiavano, perché avevano poco da fare, ma cercavano di ingannare il tempo cantando, ballando e raccontandosi gli avvenimenti uditi dalle operaie in volo e che riguardavano le colonie vicine.
I giorni in quel modo passavano in fretta, l’apicoltore nel frattempo faceva scendere nell’arnia uno strano liquido che però a loro non dava affatto fastidio. Fulmine diceva che era per il loro bene, altrimenti in inverno il granchio marrone le avrebbe uccise.
Una mattina, proprio mentre stavano preparando un nuovo profumo per il ritorno di Blu, Miele disse pensierosa: “Che strano, mi sembra che sia passato più tempo del solito da quando la Regina è andata via, non vi pare?” le altre ancelle non poterono che darle ragione “Sì, sembrano davvero passati molti giorni, ho visto sorgere e tramontare il sole tante volte e Blu non torna ancora” rispose Galante intristita.
L’apicoltore si accorse a sua volta che c’era qualcosa di strano, aveva messo la Regina al suo posto diversi giorni prima, ma non riusciva a vederla nell’arnia. Le aveva segnato il dorso di blu per riconoscerla nonostante fosse la più grande, ma nulla, era come sparita.
Le operaie non l’avevano sostituita, il che significava che non era morta, ma allora, che fine aveva fatto Blu?
Nel frattempo, in una parte nascosta dell’alveare creata apposta dalle operaie malvagie, Schiuma sorrideva vittoriosa mentre spiava una piccola cella dove la Regina Blu era stata fatta prigioniera.
Appena l’apicoltore l’aveva posata nell’arnia, l’avevano intontita con una polvere ricavata da un fiore velenoso e prima che le ancelle la potessero sentire, l’avevano chiusa nella cella dove sarebbe rimasta fino a quando la nuova regina non sarebbe stata pronta ad ucciderla.
“E’ andato tutto liscio, nessuno sospetta nulla e la Regina Tuono è quasi pronta, finalmente, tutto cambierà a nostro vantaggio!” gongolava Schiuma e le operaie del suo gruppo si guardavano trionfanti.
Blu era sconcertata oltre che molto spaventata, non aveva capito subito cosa stesse succedendo, perchè era rimasta affaticata dagli spostamenti ai quali era stata sottoposta, ma adesso era tornata lucida e doveva trovare il modo di avvertire le sue ancelle.
“Basta, sono giorni che avverto la presenza di Blu, ma perché non la vedo? Che si sia nascosta per farci uno scherzo?” diceva Miele disperata
“Dobbiamo setacciare l’alveare, chiedete a tutte le operaie, deve per forza essere qui!”.
Dora e Galante fecero come diceva la loro amica, ed ebbero la conferma che non erano le sole ad avvertire la presenza di Blu, tutta la colonia era sicura che ci fosse e che stesse bene, altrimenti l’avrebbero già sostituita.
Il mistero si infittiva, decisero quindi di andare a vedere in ogni singola cella, anche quelle delle pupe, i piccoli appena nati; non bisognava escludere nulla perché la Regina doveva essere trovata.
Quando arrivarono al nascondiglio di Spugna, Miele notò che c’era qualcosa che non quadrava: la parete dell’alveare aveva uno strano rigonfiamento e subito chiese all’ape delle spiegazioni, ma quest’ultima disse che stavano facendo magazzino per una scorta extra di miele in previsione dell’inverno, che si temeva sarebbe stato particolarmente rigido.
A Miele sembrò un pochino strano, non era mai successo che qualcuna di loro non fosse a conoscenza delle scorte dell’alveare, ma può darsi che nel periodo in cui era stata fuori con le operaie a cercare il polline, avesse perso qualche aggiornamento.
Spugna quindi se la cavò e le sue seguaci tirarono un sospiro di sollievo.
Purtroppo Blu, nonostante si fosse accorta che la stavano cercando ed avesse emesso quanti più segnali possibili, era ancora troppo debole per farsi captare dietro a quella parete. Riusciva a far sentire che era viva, ma non riusciva a farsi localizzare, era davvero disperata.
“C’è qualcosa che mi sfugge” diceva Miele pensierosa una volta tornata dall’ispezione “Se fosse scomparsa non avvertiremmo tutte la sua presenza nell’arnia! Cosa può essere successo?”.
“Fulmine ha detto che l’apicoltore le ha setacciate, sembra che anche lui stia cercando la Regina! Vuol dire che l’aveva fatta tornare da noi!”.
Le ancelle non sapevano più cosa pensare, intanto la Regina Tuono era quasi pronta per poter entrare nella cella di Blu ed ucciderla.
“Qualcuna di voi è a conoscenza della scorta extra di miele che sta facendo Spugna? Devo essermi persa qualcosa, perché io non ne so nulla” chiedeva Miele alle amiche, le quali sorprese, risposero in coro “Assolutamente no! Chi ti ha detto una cosa simile? Abbiamo miele in abbondanza, non c’è bisogno di altre scorte!”.
“Lo sapevo! Quell’ape non mi ha mai convinta! Seguitemi!”.
Le ancelle si diressero a gran carriera da Spugna e nel frattempo, la Regina Blu che aveva sentito che presto sarebbe stata uccisa, continuava ad impegnare ogni sua forza per farsi localizzare dalle api.
“Dobbiamo fare presto!” diceva Spugna alle sue aiutanti “Quelle ancelle ci hanno quasi scoperte e sono certa che torneranno! Fate uscire Tuono dalla cella e lasciatela andare dalla Regina Blu, sbrigatevi!”.
Subito le operaie si misero all’opera, andarono dalla futura Regina e le dissero di procedere.
Miele e le ancelle intanto erano quasi arrivate al nascondiglio, ma improvvisamente furono sollevate dalla grossa mano dell’apicoltore, il quale stava come ogni giorno cercando la sua amata Regina.
“No! Dannazione, mettici giù!” gridava Miele, ma l’uomo purtroppo non poteva capire, vedeva le sue api agitate e sentiva che qualcosa non andava.
Blu vide aprire la porta della sua cella ed entrare una grossa giovane ape dallo sguardo cattivo: Tuono l’aveva trovata.
“Combatterò, sappilo, non ti lascerò il mio alveare così facilmente!” disse Blu all’avversaria, la quale piombò su di lei e riuscì quasi a staccarle un’ala.
Purtroppo era davvero forte, la Regina aveva poche speranze.
In quel momento però una nuvola di api, capitanate dalla vecchia Fulmine, arrivò al nascondiglio.
“Giù le zampe dalla nostra Regina, brutta ape gonfiata!” gridò quest’ultima non appena fece irruzione nella cella.
In un attimo, Tuono fu bloccata dalle operaie e Fulmine e le altre api, fecero altrettanto con Spugna e le sue seguaci che stavano cercando di scappare.
Dall’alto della mano dell’apicoltore, Miele e le ancelle tirarono un sospiro di sollievo, erano riuscite a farsi sentire dalle loro amiche in volo, le quali erano subito entrate nell’alveare riuscendo a trovare la cella grazie agli sforzi di Blu.
Anche l’apicoltore aveva assistito alla scena, vedendo un tale fermento, si era avvicinato un po’ di più e finalmente, appena le altre api si erano scostate, rivide la sua amata Regina.
“Ci sei allora! Eccoti! Per fortuna stai bene!” disse emozionato mentre metteva giù Miele e le ancelle.
Finalmente erano di nuovo tutte insieme.
Spugna, le operaie cattive e la loro nuova Regina, furono allontanate dall’alveare, sicuramente ne avrebbero formato uno loro e Miele sperava di non vederle più.
La Regina Blu si riprese dallo spavento e in poco tempo tutto tornò alla normalità.
Ancora una volta Miele e le altre api erano riuscite a superare le difficoltà unite dalla loro amicizia e dalla voglia di farcela tutte insieme.
Non bisogna mai mollare davanti agli imprevisti, l’unione fa la forza e più si collabora, più si avrà successo!
Scritta da Menino Mara